Immagini e testo di Marco Sacco. Ad Acquasanta Terme fra il 1° e il 5 novembre 2017
I violenti fenomeni sismici del 2016 che hanno colpito le Marche, nel portare morte e distruzione hanno mutato gli elementi identitari del paesaggio urbano e, più in generale, antropizzato. L’indagine ad Acquasanta Terme, attraverso la fotografia, vuole documentare la nuova fisionomia dei luoghi. Così come è accaduto altrove, nel paese di Acquasante il mutamento non è solo di tipo strutturale e materiale (luoghi distrutti, inagibili e pericolanti o messi in sicurezza) ma anche funzionale. Come nel caso degli uffici comunali ora dislocati al “Rio”, un parcheggio ai bordi della Salaria al termine del paese, o delle scuole. Queste ultime, a rischio crollo, sono dismesse. Le lezioni scolastiche, attualmente, sono svolte in una nuova struttura in legno donata da Ubi Banca, dopo che per un periodo sono state ospitate in tende messe a disposizione della Protezione Civile. Ciò che è rimasto nei pressi del plesso scolastico è un modulo in legno, in costruzione, che fungerà da asilo temporaneo.
La medesima sorte è capitata alla Chiesa di San Giovanni Battista, chiusa a causa del pericolo di crollo. La Soprintendenza ai beni culturali ne ha disposto l’inaccessibilità anche alla Protezione Civile, se non per espresso e giustificato motivo. Solo un locale della chiesa è agibile. E ogni pomeriggio, alle 17, lì si tiene il Rosario. Don Giovanni continua a celebrare messa in una tendopoli al Rio, a fianco del Comune, di fronte ai moduli prefabbricati della Croce Rossa e dell’Anpas. Lungo il viale principale, che corre lungo la Salaria, i negozi che resistono non sono molti: qualche alimentari, una pizzeria, un ristorante, una bottega di sarti e un parrucchiere.
Molte sono le saracinesche abbassate e al calar del sole il viale pedonale è deserto. La sera ci sono pochi posti dove poter cenare, tra questi l’albergo principale. Al contrario di qualche anno fa quando le terme erano in funzione e il paese era, seppur piccolo, molto vivace. Acquasanta Terme, nota nella zona Sud delle Marche per le omonime terme, ha visto ridursi la popolazione drasticamente in seguito al terremoto. La struttura termale, che sorge lungo il fiume Tronto, nel punto di confluenza delle sorgenti solfuree, non è più operativa. Una zona, nel cuore del paese è tuttora inagibile. Solo gli anziani e poche famiglie rimangono oltre a coloro che, legati al territorio, credono nella sua rinascita. Ne è un esempio la forte presenza della cittadinanza nella giornata delle Forze Armate il 4 novembre, presa di fatto come occasione di vita di comunità. Ma non si contano i segni del terremoto, Segni che sembrano le cicatrici del paese, che ricordano a ognuno quel 24 agosto. Sono solchi nella memoria di tutti. Ma è dalla consapevolezza di queste cicatrici che Acquasanta vuole ripartire, sanando le ferite con la ricostruzione.
L’autore. Classe 1984, laureato in Ingegneria, Marco Sacco si definisce un fotografo umanista, prediligendo la narrazione delle persone e delle cose comuni nella certezza che queste siano parte di una possibile futura memoria collettiva. La fotografia gli ha permesso di sviluppare una percezione umanistica, a tratti antropologica, avvicinandosi al reportage sociale. Ha iniziato a fotografare durante gli studi universitari e dopo un’esperienza lavorativa come ingegnere, ha deciso definitivamente di dedicarsi alla fotografia intraprendendo un percorso da freelance. Attualmente sta portando avanti alcuni progetti fotografici personali.
Il progetto “Lo stato delle cose” è interamente autofinanziato e reso possibile dalla spontanea partecipazione di fotografi e autori nonché dalla collaborazione e dal supporto, non economico, degli enti locali, istituzioni, associazioni e società che ne hanno condiviso gli intenti documentari.
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