Non conoscevo Visso prima di questa esperienza, e nonostante l’abbia vista nella sua “versione peggiore” ne sono rimasta piacevolmente colpita. E’ un bellissimo paese, anche ora che non ha quasi più nulla di agibile, e quindi posso solo immaginarne la sua bellezza prima di quel terribile giorno del 26 ottobre 2016. Sorge nel Parco dei Monti Sibillini, e da questi è circondato.
Visso era un paese che poteva contare sul turismo 12 mesi l’anno: dalla primavera all’autunno era meta di coloro che amano fare escursioni in montagna, mentre in inverno attirava il turismo sciistico. Purtroppo ora non rimane molto: quasi l’intero centro storico si trova in “zona rossa” e vi possono accedere solo gli addetti ai lavori e chi ha una autorizzazione temporanea. Le attività commerciali sono quasi tutte ferme, a parte qualche negozio che è rimasto agibile e alcune attività trasferite in moduli provvisori all’ingresso del paese o nell’area del Laghetto. Anche i collegamenti con Visso sono difficoltosi. Rimane ancora da ripristinare parzialmente la strada che attraversa la Valnerina, la strada più rapida per raggiungere Roma, che è interessata da una grossa frana proprio alle porte del paese. Anche otto delle frazioni rimangono difficili da raggiungere a causa di questa frana e la viabilità ripristinata in parte nella seconda metà di ottobre non può ancora certo dirsi come quella antecedente al terremoto.
In paese si incontrano le pattuglie dell’esercito che ancora controllano le zone rosse, e gli operatori dei numerosi mezzi di lavoro che si trovano qui per la messa in sicurezza degli edifici ormai inagibili. Altri sono occupati per la costruzione delle casette, che dovrebbero essere consegnate agli abitanti a partire dalla fine di ottobre. Questi movimenti sono gli unici presenti nella vallata e anche nel silenzio delle montagne circostanti è possibile sentire il rumore di questi mezzi di lavoro a km di distanza. Sono stata accompagnata nella zona rossa e ho visto palazzi totalmente distrutti. Penso che sia un miracolo che non sia morto nessuno qui.
Fortunatamente il 26 ottobre c’è stata una scossa forte alle 19, ma non distruttiva: grazie ad essa tutte le persone sono uscite dai palazzi del centro storico che sono poi sono crollati con la tremenda scossa di due ore dopo. La scossa più distruttiva si è verificata la mattina del 30 ottobre ed anche in quell’occasione, una domenica, la maggior parte degli abitanti era ancora fuori casa per la paura delle scosse dei giorni precedenti. Attualmente la maggior parte dei mille abitanti di Visso vive lontano dal paese, nelle strutture alberghiere e turistiche della costa marchigiana, o in città come Terni.
Pochi possono ancora abitare nelle case rimaste agibili, alcuni abitano nelle roulotte o nei container. Le persone temono che con il passare del tempo e il perdurare di questa situazione Visso rimarrà disabitata e verranno definitivamente perduti i legami sociali tra i suoi abitanti. Non so quanto tempo ci vorrà per ricostruire il paese, ma mi auguro che questo avvenga al più presto, anche se negli occhi di alcune persone che ho conosciuto ho visto molto sconforto e una enorme tristezza per tutto quello che è andato perduto. E le macerie che ancora non sono state rimosse del tutto non sono certo d’aiuto a poter anche solamente immaginarla la rinascita di Visso.
L’autrice. Luana Rigolli è nata nel 1983 e vive e lavora tra la Lombardia e l’Emilia. La formazione scientifica e gli studi in Ingegneria civile la portano a prediligere soggetti di architettura e d’interazione dell’uomo con il paesaggio. Fa parte del collettivo DieciXDieci di Gonzaga (Mantova), con cui dal 2015 organizza il Festival di fotografia contemporanea Diecixdieci. Nel 2017 ha frequentato il corso di fotogiornalismo presso la Fondazione Studio Marangoni di Firenze, per docenti il collettivo Terraproject.
Il progetto “Lo stato delle cose” è interamente autofinanziato e reso possibile dalla spontanea partecipazione di fotografi e autori nonché dalla collaborazione e dal supporto, non economico, degli enti locali, istituzioni, associazioni e società che ne hanno condiviso gli intenti documentari.
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