Avvicinandoci a Ussita, ci attende una surreale atmosfera di frontiera. Le strade sono controllate dai militari dell’Esercito, e giunti a Visso occorre fermarsi al posto di blocco e richiedere l’autorizzazione a proseguire.
Ussita è vuota, presidiata militarmente, chiusa in un divieto totale di accesso alla zona. Dei suoi 440 abitanti, solo una decina di persone resta caparbiamente in questi luoghi. Vivono in poche roulottes concentrate in un piazzale antistante il cantiere in cui stanno sorgendo le SAE, le Soluzioni Abitative d’Emergenza. Tra queste persone vi è Patrizia, che solo di recente aveva deciso di tornare alle sue origini, a Ussita. Per iniziare una nuova vita, aveva trasformato la casa dei suoi genitori in un B&B, distrutto dal sisma.
La popolazione di Ussita è stata quasi completamente evacuata, e i pochi mezzi che circolano appartengono ai militari o agli impiegati del Comune, che si è riorganizzato in uffici incastonati a forza tra le montagne circostanti il paese, sotto un cielo limpidissimo.
Ussita è una realtà articolata, frazionata, diffusa sulle pendici di monti che prima del sisma rappresentavano una meta turistica importante, per la regione. Il Comune è commissariato, e da giugno il commissario prefettizio Mauro Passerotti guida lo sforzo tangibile dei pochi cittadini rimasti per riappropriarsi di un futuro.
Numerosi sono i cantieri aperti per consentire la posa dei moduli abitativi, tanto più necessari per quanti hanno deciso di rimanere sfidando nei camper temperature che nel passato inverno hanno raggiunto i 15 gradi sotto zero. La sfida è restituire ad Ussita i suoi abitanti.
Gli autori.
Claudia Ioan nasce a Roma nel 1965, dove si laurea in Scienze politiche con indirizzo Politico-Internazionale. Vive e lavora a Perugia. Appassionata di fotografia, si è dedicata per molti anni alla propria formazione attraverso corsi e workshop con autori di riferimento, nonché frequentando attivamente l’ambiente dell’associazionismo fotografico umbro e romano. Dirige da anni il Digital Daylight, concorso di fotografia digitale estemporanea.Nel gennaio 2016 è stata selezionata dal mensile Style Magazine del Corriere della Sera come uno dei sei talenti fotografici del web e delle piattaforme di condivisione della fotografia. È collaboratrice didattica del Did, il dipartimento didattico della Fiaf, Federazione italiana associazioni fotografiche. È coordinatrice artistica regionale per l’Umbria del progetto fotografico collettivo nazionale della Fiaf “La famiglia in Italia”. Nel 2015 è cofondatrice insieme con Massimiliano Tuveri di Officine Creative Italiane, laboratorio di comunicazione creativa che realizza come collettivo progetti fotografici anche su commissione, organizza mostre ed eventi di fotografia, concorsi fotografici e workshop.
Massimiliano Tuveri nasce a Roma nel 1967 dove attualmente vive e lavora. Fotografo professionista, da sempre appassionato di arti visive. Dal 2011 si occupa di street photography e fotografia di reportage, realizzando diversi lavori che verranno esposti in Italia e all’estero, ma soprattutto accrescendo la propria fame artistica, abbracciando ed unendo la passione per il racconto fotografico con la scrittura. A gennaio 2016 il mensile “Style Magazine” del Corriere della Sera lo annovera tra i 6 fotografi italiani emergenti sulle piattaforme digitali. È collaboratore del dipartimento didattico della Fiaf (Federazione italiana associazioni fotografiche). All’inizio del 2015, è cofondatore, insieme con Claudia Ioan, di Officine Creative Italiane, laboratorio di comunicazione creativa che oltre a curare la realizzazione come collettivo di progetti fotografici e di reportage, in proprio e su commissione, si occupa di organizzare eventi, mostre, corsi e workshop sempre nell’ambito delle arti visive.
Il progetto “Lo stato delle cose” è interamente autofinanziato e reso possibile dalla spontanea partecipazione di fotografi e autori nonché dalla collaborazione e dal supporto, non economico, degli enti locali, istituzioni, associazioni e società che ne hanno condiviso gli intenti documentari.
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