Tempèra è una piccola frazione distante circa sette chilometri da L’Aquila. Secondo alcuni studi la piccola cittadina fu edificata intorno al 1185 da un piccolo feudo composto da quattro famiglie. La presenza del fiume “ Vera “ considerato uno dei più puliti batteriologicamente dell’Abruzzo, diede il nome a questa frazione attraverso mutamenti del nome originale che era Intervera. Il paese già nel 1703 subì gravi danni causati dal terremoto, mentre nel 2009 è stato praticamente raso al suolo e in quell’occasione otto persone persero la vita. Entrare oggi nel vecchio borgo è un’esperienza quasi sconvolgente. Il paese vecchio è praticamente un ammasso di macerie sulle quali in questi anni è cresciuta una fitta vegetazione. Nulla è cambiato da quel tragico giorno del 2009. Tempèra è un paese fantasma e le sensazioni che si provano nell’attraversarlo sono difficili da spiegare. Ci sono ancora resti di mobilie e arredi all’interno di vecchie case sventrate, pareti che si ergono nel vuoto nelle quali si vedono sanitari e flessibili per la doccia che non sono più angoli intimi di una casa, ma monumenti di arte moderna a cielo aperto. Della piccola chiesetta del borgo è rimasta la scalinata dell’ingresso e la pavimentazione in marmo che fa intuire quanto doveva essere bello questo piccolo luogo di culto. Dal 2013 al suo posto, poco distante, c’è una chiesa in legno donata dall’Arcidiocesi di Trento. Oggi a distanza di 7 anni, i 900 abitanti di Tempèra, tutti coloro che vivevano nel borgo antico, sono alloggiati nei Map in prossimità dell’ingresso al paese e nei Progetti Case realizzati nei dintorni. Si è parlato di un progetto di ricostruzione del borgo ma per ora l’unico lavoro di restauro è il vecchio mulino sopra il fiume Vera.
L’autore. Sergio Catitti nasce a L’Aquila nel 1963 e vi resta fino al 1998 quando per motivi di lavoro, si trasferisce a Rimini. Si appassiona alla fotografia sin dall’età di 16 anni e da autodidatta, vi si dedica scattando soprattutto in bianco e nero e stampando da sé le sue foto in camera oscura. Non ha predilezione per uno specifico genere fotografico , anche se continua a preferire il bianco e nero. Ha esposto suoi lavori dal 2013 al 2015 nelle mostre dell’Arte Fiera di Forlì “ Contemporanea “ e Vernice “. Con alcune associazioni fotografiche ha partecipato a diverse mostre collettive e personali.
Il progetto “Lo stato delle cose” è interamente autofinanziato e reso possibile dalla spontanea partecipazione di fotografi e autori nonché dalla collaborazione e dal supporto, non economico, degli enti locali, istituzioni, associazioni e società che ne hanno condiviso gli intenti documentari.
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