La storia della scuola elementare Luzio di San Severino Marche è un esempio delle conseguenze, dei disagi e degli strascichi psicologici indotti da un terremoto delle enormi proporzioni come quello che ha colpito il Centro Italia nell’ottobre del 2016.
Scuola costruita in epoca fascista, è la classica costruzione granitica che, a detta degli ingegneri della protezione civile, è fra gli edifici più sicuri dell’intera zona di San Severino, ma, essendo stato costruito negli anni ’40, non ha i requisiti che ne attestino l’antisismicità.
Ecco quindi, che nonostante tutte le rassicurazioni da parte delle autorità, il comitato dei genitori ha legittimamente preferito scegliere di portare i propri figli in altri istituti.
Tra le varie soluzioni adottate c’è quella di creare uno spazio, mediante un container, all’interno della scuola materna Gentile, soluzione che purtroppo sta creando dei problemi didattici alle classi che sono state “dirottate” lì. Questo perché gli spazi sono molto piccoli e perché non hanno a disposizione un’aula cuscinetto che permetta lo svolgersi delle classiche operazioni di pulizia durante la somministrazione dei pasti.
Le insegnanti, al momento, stanno sopperendo facendo uscire i ragazzi nel giardino e facendo loro sgranchire le gambe appena possibile, ma, con l’avvicinarsi dell’inverno, questo non sarà più possibile e costringerà quindi i bimbi a rimanere in disparte all’interno della classe mentre i pasti vengono serviti e mentre l’aula viene ripulita dopo determinando disagi per la didattica, oltre a costringere i bambini a rimanere all’interno di una minuscola aula per diverse ore al giorno
In questa “carambola” scolastica, rientra anche l’Istituto tecnico Divini, la cui sede è stata demolita in quanto inagibile a causa del terremoto e che, oggi, occupa proprio le aule della scuola Luzio.
Anche qui, però, i problemi non sono pochi, a partire dagli arredi scolastici che sono ancora quelli delle elementari e che risultano inadatti per degli adolescenti. Non solo, la scuola non dispone dei locali per tutti i laboratori di cui ha bisogno l’istituto costringendo i ragazzi a doverli seguire in un’altra struttura.
L’autore. Nicola Maiani è nato a Roma nel 1975 ed è lì che lavora in ambito fotografico fin dai primi anni del 2000. È specializzato in fotogiornalismo e reportage e collabora con numerose Ong per le quali ha lavorato in Benin, Kenya, Nicaragua, Nepal, Grecia e sul confine siriano dal versante turco.
Il progetto “Lo stato delle cose” è interamente autofinanziato e reso possibile dalla spontanea partecipazione di fotografi e autori nonché dalla collaborazione e dal supporto, non economico, degli enti locali, istituzioni, associazioni e società che ne hanno condiviso gli intenti documentari.
Per informazioni e contatti con Lo stato delle cose scrivere qui: osservatoriolostatodellecose
Per essere aggiornati sugli appuntamenti e iniziative dello Stato delle cose potete seguirci anche sui social network seguiteci anche sulla pagina Facebook e sul profilo Instagram ufficiali del progetto.