Il luogo assomiglia a una stazione spaziale deserta, quando ci rechiamo lì per la prima volta. Uno spazio vuoto: corridoi, mensa e sale comuni sembrano disabitati. E invece sono tanti, gli abitanti di Pieve Torina, e vivono concentrati in un alveare di container. A seguito del sisma, gli abitanti di Pieve Torina sono stati evacuati in massa; le abitazioni sono quasi tutte inagibili e il centro storico del paese praticamente coincide con la zona rossa. Parte della popolazione è stata trasferita in questa cittadella temporanea di container, ai margini del paese, lungo la strada statale. Un’ambientazione surreale: file e file (senza una fine apparente) di container affastellati gli uni agli altri. Folla e solitudine. Promiscuità e assenza.
Nell’attesa delle Sae, le Soluzioni abitative di emergenza, che sono già state assegnate, le persone sono sistemate in questo insediamento in cui tornano solo a dormire e a mangiare. La mensa, gestita con energia e impegno da Fernando, è attivissima, e serve gli sfollati come anche gli operai impiegati nei cantieri. Chi può, chi ha impegni, lavoro o parenti da cui andare, di giorno si allontana; così, Arcale si rianima ad orario, secondo la scansione immutabile dei pasti e del sonno.
Sono mille, le vicende di vita che si intrecciano qui, all’interno di queste celle microscopiche. Pierina lavora alla mensa con amore per quello che fa; il periodo post-terremoto le ha tolto tutto, prima la casa, e poi anche il marito. Riempie le giornate con la dedizione al lavoro e agli altri, preoccupandosi che tutti abbiano mangiato.
Akpa viene dalla Costa d’Avorio, ha i figli piccoli e aspetta la consegna di una casetta. Nulla sembra intaccare la sua serenità di superficie, e ci racconta la sua realtà con il sorriso. Rina ha una situazione delicata: i figli invalidi e i problemi di salute non le danno tregua, ma è orgogliosa di essere stata la prima assegnataria di una casetta. Un universo composito, incredibilmente e inevitabilmente umano.
Gli autori.
Claudia Ioan nasce a Roma nel 1965, dove si laurea in Scienze politiche con indirizzo Politico-Internazionale. Vive e lavora a Perugia. Appassionata di fotografia, si è dedicata per molti anni alla propria formazione attraverso corsi e workshop con autori di riferimento, nonché frequentando attivamente l’ambiente dell’associazionismo fotografico umbro e romano. Dirige da anni il Digital Daylight, concorso di fotografia digitale estemporanea.Nel gennaio 2016 è stata selezionata dal mensile Style Magazine del Corriere della Sera come uno dei sei talenti fotografici del web e delle piattaforme di condivisione della fotografia. È collaboratrice didattica del Did, il dipartimento didattico della Fiaf, Federazione italiana associazioni fotografiche. È coordinatrice artistica regionale per l’Umbria del progetto fotografico collettivo nazionale della Fiaf “La famiglia in Italia”. Nel 2015 è cofondatrice insieme con Massimiliano Tuveri di Officine Creative Italiane, laboratorio di comunicazione creativa che realizza come collettivo progetti fotografici anche su commissione, organizza mostre ed eventi di fotografia, concorsi fotografici e workshop.
Massimiliano Tuveri nasce a Roma nel 1967 dove attualmente vive e lavora. Fotografo professionista, da sempre appassionato di arti visive. Dal 2011 si occupa di street photography e fotografia di reportage, realizzando diversi lavori che verranno esposti in Italia e all’estero, ma soprattutto accrescendo la propria fame artistica, abbracciando ed unendo la passione per il racconto fotografico con la scrittura. A gennaio 2016 il mensile “Style Magazine” del Corriere della Sera lo annovera tra i 6 fotografi italiani emergenti sulle piattaforme digitali. È collaboratore del dipartimento didattico della Fiaf (Federazione italiana associazioni fotografiche). All’inizio del 2015, è cofondatore, insieme con Claudia Ioan, di Officine Creative Italiane, laboratorio di comunicazione creativa che oltre a curare la realizzazione come collettivo di progetti fotografici e di reportage, in proprio e su commissione, si occupa di organizzare eventi, mostre, corsi e workshop sempre nell’ambito delle arti visive.
Il progetto “Lo stato delle cose” è interamente autofinanziato e reso possibile dalla spontanea partecipazione di fotografi e autori nonché dalla collaborazione e dal supporto, non economico, degli enti locali, istituzioni, associazioni e società che ne hanno condiviso gli intenti documentari.
Per informazioni e contatti con Lo stato delle cose scrivere qui: osservatoriolostatodellecose
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