Il giorno dopo il terremoto del 30 Ottobre, Norcia è devastata dalla forza irrefrenabile del sisma. Incastonata nel cuore dei Monti Sibillini la bellezza straordinaria di questi paesaggi tuttavia sembrava in qualche modo affievolire la portata di un dramma che ha coinvolto più di cinquemila persone, un dramma ricorrente nella storia di queste sfortunate aree così sensibili agli eventi sismici. Camminare appena fuori le mura, entrare all’interno della zona rossa, esplorare le aree limitrofe al centro storico per cercare di comprendere la portata di ciò che era fatalmente accaduto mi ha ancora una volta permesso di saggiare la fragilità umana di fronte alle forze incontrollabili della natura. Il dolore, la sofferenza che tutte le persone coinvolte direttamente dal sisma devono affrontare in quei momenti dove ogni certezza sembra svanire, è tragicamente rispecchiata dalla distruzione di quelle “umane” costruzioni che dovrebbero invece rappresentare la massima sicurezza e stabilità. Le case, le chiese secolari, i luoghi di lavoro e quelli destinati al culto dei morti, tutto è stato “equamente” colpito. La natura non fa distinzioni e questa equità, la capacità che queste calamità hanno di mettere tutti sullo stesso piano, almeno nell’estrema immediatezza della catastrofe stessa, rinsalda e permette la diffusa riemersione di valori e sentimenti universali quali ad esempio la solidarietà, valori che normalmente sembrano essere in qualche modo appannati dall’incalzare della vita quotidiana. Vedere soccorritori volontari arrivare da tutta Italia, privati cittadini mettersi a disposizione e fornire beni di ogni tipo riscalda i cuori di tutti e garantisce ai soggetti colpiti quello stimolo a credere nella ripresa.
L’autore. Gabriele Cecconi è nato nel 1985 a Foligno e vive e lavora a Perugia. Dopo gli studi in giurisprudenza decide di dedicarsi interamente alla fotografia. Selezionato da Camera Torino e Leica Akademie ha seguito una masterclass dell’agenzia Magnum guidata dal fotografo Alex Webb. Si occupa in primo luogo di fotografia sociale. Ha esposto i suoi lavori in mostre collettive e personali, nonché in alcuni festival, e ha pubblicato su testate giornalistiche a diffusione nazionale. Rispetto al lavoro documentario sul sisma, il suo progetto sui commercianti di Norcia dopo il terremoto è stato pubblicato su Internazionale.
Il progetto “Lo stato delle cose” è interamente autofinanziato e reso possibile dalla spontanea partecipazione di fotografi e autori nonché dalla collaborazione e dal supporto, non economico, degli enti locali, istituzioni, associazioni e società che ne hanno condiviso gli intenti documentari.
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