Immagini e testo di Irene Fassini e Sara Ruggeri
A Montemonaco fra il 30 ottobre e il 14 novembre 2017
Isola San Biagio, frazione di Montemonaco a quasi mille metri di altitudine, è un’isola tra le montagne, terra di villeggiatura, ma anche di miti e di leggende. Alle pendici del monte Zampa, guarda dal basso il monte Sibilla dove si troverebbe l’antro della maga leggendaria, narrato da Andrea da Barberino ne Il Guerrin Meschino e da Antoine de La Sale. Isola San Biagio è un paese che vive d’estate quando si ripopola di turisti, escursionisti e altri villeggianti.
A un anno dal sisma del 2016, quasi tutti gli edifici sono inagibili e la frazione è quasi del tutto abbandonata. Le attività turistiche e commerciali sono state interrotte. Gli agriturismi, i bed and breakfast e i ristoranti hanno chiuso e non è più possibile pernottare nella frazione. Gli abitanti che rimangono sono quelli che hanno un legame particolare con Isola, quelli più radicati tra queste montagne. Elisa Sistini non può più lavorare da quando il terremoto le ha tolto il suo bed and breakfast, ma continua a vivere a Isola dove si occupa del nipote Valentino. Giuseppe “Pippo” Mazzaroni continua a vivere a Isola, nonostante il suo famoso ristorante Il Tiglio sia oggi chiuso. Oggi lavora nell’azienda agricola di famiglia i cui prodotti vengono ancora utilizzati dal figlio chef per cucinare i piatti nel nuovo ristornate Il tiglio in vita, riaperto a Porto Recanati grazie all’aiuto di un imprenditore. Non è stato possibile realizzare il progetto originario di delocalizzazione del ristorante a Isola San Biagio per i tempi troppo lunghi. Ennio Gentile invece viene dal mare, ma trascorre molto tempo nell’Isola di montagna. Originario di Porto San Giorgio, da quando è mancata la moglie trascorre molto tempo nella sua casa di Isola San Biagio e tra le sue montagne.
Le autrici
Irene Fassini è una fotografa che vive e lavora a Milano. Dopo un dottorato in antropologia giuridica, si è diplomata in fotografia nel 2017 presso il Cfp Bauer di Milano e ha frequentato il corso Visual Storytelling in the Digital Age organizzato da Camera con l’International Center of Photography. Sviluppa interessi di ricerca che si concentrano sulle relazioni tra storia e memoria, identità e confini. Dopo un periodo di formazione presso l’agenzia Prospekt Photographers, collabora con Sara Ruggeri a progetti di documentazione collettiva a lungo termine e ad attività didattiche e formative sul linguaggio visivo con il coinvolgimento diretto di comunità che vivono in contesti periferici urbani. Nel 2017 è stata selezionata per il Canon Student Program 2017 a Visa pour l’image, ha ricevuto la menzione della giuria al Premio Prina ed è stata selezionata tra i 50 progetti finalisti della call for project Abitare: sette sguardi sul paesaggio fisico e sociale dell’Italia di oggi promosso dal MiBACT in collaborazione con La Triennale di Milano e il Museo di Fotografia contemporanea.
Sara Ruggeri, nata nel 1988, è una fotografa che vive e lavora tra Brescia e Milano. Dopo la laurea in Ingegneria Edile Architettura presso l’università degli Studi di Trento, si è diplomata in fotografia nel 2017 presso il Cfp Bauer di Milano. Dall’incontro tra questi due mondi è nata un’ampia ricerca sul tema del paesaggio e delle sue connessioni con la costruzione dell’identità personale e collettiva. Ha collaborato con Marco Cappelletti, partner di DSL Studio, nella documentazione di importanti progetti di arte e architettura. È stata selezionata insieme a Irene Fassini tra i finalisti per la call for projects Abitare: sette sguardi sul paesaggio fisico e sociale dell’Italia di oggi. Si occupa di progetti di documentazione a lungo termine e ad attività formative che utilizzano il linguaggio visivo per dare voce a comunità di confine in collaborazione con centri di formazione e di ricerca.
Il progetto “Lo stato delle cose” è interamente autofinanziato e reso possibile dalla spontanea partecipazione di fotografi e autori nonché dalla collaborazione e dal supporto, non economico, degli enti locali, istituzioni, associazioni e società che ne hanno condiviso gli intenti documentari.
Per informazioni e contatti con Lo stato delle cose scrivere qui: osservatoriolostatodellecose
Per essere aggiornati sugli appuntamenti e iniziative dello Stato delle cose potete seguirci anche sui social network seguiteci anche sulla pagina Facebook e sul profilo Instagram ufficiali del progetto.