Immagini e testo di Irene Fassini e Sara Ruggeri
A Montefortino fra il 30 ottobre e il 14 novembre 2017
«Non finiva mai, non finiva mai, ballava tutto! Ne ho sentiti tanti di terremoti, nel ’43, nel ’72, nel ’97 anche, ma forte come quello del 30 ottobre io non l’ho mai sentito». Queste sono le parole di Filippo, 89 anni, che incontriamo appena fuori dal centro storico di Montefortino dove si trova la parte più danneggiata del paese, quella edificata a partire dagli anni Sessanta. Anche il centro storico, caratterizzato da un imponente e suggestiva struttura fortificata medievale, seppur danneggiato più lievemente, è stato colpito e la maggior parte delle strutture in pietra e cotto sono ad oggi inagibili. Tuttavia il comune è rimasto nella sua sede storica e il via vai di persone che si stanno mettendo in moto per far ripartire Montefortino, che contava circa 1100 abitanti tra paese e frazioni, rianima, almeno in parte, il centro del paese. Il processo di ricostruzione dovrà coinvolgere, come racconta il sindaco Domenico Ciaffaroni, le seconde case che costituiscono i due terzi delle abitazioni di Montefortino perché il paese possa tornare a essere una meta turistica.
Le autrici
Irene Fassini è una fotografa che vive e lavora a Milano. Dopo un dottorato in antropologia giuridica, si è diplomata in fotografia nel 2017 presso il Cfp Bauer di Milano e ha frequentato il corso Visual Storytelling in the Digital Age organizzato da Camera con l’International Center of Photography. Sviluppa interessi di ricerca che si concentrano sulle relazioni tra storia e memoria, identità e confini. Dopo un periodo di formazione presso l’agenzia Prospekt Photographers, collabora con Sara Ruggeri a progetti di documentazione collettiva a lungo termine e ad attività didattiche e formative sul linguaggio visivo con il coinvolgimento diretto di comunità che vivono in contesti periferici urbani. Nel 2017 è stata selezionata per il Canon Student Program 2017 a Visa pour l’image, ha ricevuto la menzione della giuria al Premio Prina ed è stata selezionata tra i 50 progetti finalisti della call for project Abitare: sette sguardi sul paesaggio fisico e sociale dell’Italia di oggi promosso dal MiBACT in collaborazione con La Triennale di Milano e il Museo di Fotografia contemporanea.
Sara Ruggeri, nata nel 1988, è una fotografa che vive e lavora tra Brescia e Milano. Dopo la laurea in Ingegneria Edile Architettura presso l’università degli Studi di Trento, si è diplomata in fotografia nel 2017 presso il Cfp Bauer di Milano. Dall’incontro tra questi due mondi è nata un’ampia ricerca sul tema del paesaggio e delle sue connessioni con la costruzione dell’identità personale e collettiva. Ha collaborato con Marco Cappelletti, partner di DSL Studio, nella documentazione di importanti progetti di arte e architettura. È stata selezionata insieme a Irene Fassini tra i finalisti per la call for projects Abitare: sette sguardi sul paesaggio fisico e sociale dell’Italia di oggi. Si occupa di progetti di documentazione a lungo termine e ad attività formative che utilizzano il linguaggio visivo per dare voce a comunità di confine in collaborazione con centri di formazione e di ricerca.
Il progetto “Lo stato delle cose” è interamente autofinanziato e reso possibile dalla spontanea partecipazione di fotografi e autori nonché dalla collaborazione e dal supporto, non economico, degli enti locali, istituzioni, associazioni e società che ne hanno condiviso gli intenti documentari.
Per informazioni e contatti con Lo stato delle cose scrivere qui: osservatoriolostatodellecose
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