Dieci minuti nella vita distrutta di tre persone, una famiglia emiliana che viveva nel centro (adesso zona rossa) di Mirandola, la cui casa è stata fortemente danneggiata e resa inagibile dal terremoto del 29 maggio 2012, in e con lei tutti i ricordi di una vita assieme, tutte le speranze per il futuro. Questa casa domani non esisterà più verrà demolita, perché la ricostruzione dopo un anno dal terribile sisma è ancora un miraggio lontano. Dieci minuti per salutarla per sempre, dieci minuti per salutare i ricordi, dieci minuti nella zona rossa, dieci immagini. E’ quello che resta.
Azzurra Becherini è nata a Firenze e vive in Toscana dove lavora come fotografa freelance. Nel 2013 si è specializzata in Fotogiornalismo all’Istituto Marangoni di Firenze e ha iniziato a lavorare in particolare su progetti di documentazione e fotografia sociale. Ha realizzato di progetti di documentazione sociale per editoriali e personali: Postcards from Emilia – Emilia after the quake; Uncertain Border ON EXPO2015 pubblicato su Repubblica-Repubblica Milano – Memecult – Exposedproject; Social Inside; Athlet Portrait. Ha lavorato anche come fotografa di scena dal 2011 in diversi festival e teatri e nel 2014–2015 come artista residente in collaborazione con l’Agenzia Contrasto presso il Teatro dell’Opera – Maggio Fiorentino per cui realizza un progetto di teatro e documentazione e una mostra al PAC centro arte Murate: “ Il Maggio, la melodia di Firenze”. Ha esposto presso diverse gallerie, festival e spazi d’arte in Italia.
Fabio Dibello è nato nel 1969 ad Aosta, dove vive e lavora. E’ diplomato all’Apab (Scuola Internazionale di Fotografia Firenze). Fotografo di scena e fotografo ufficiale del CervinoCineMountain dal 2012. Collaboratore della Agenzia Ansa di Aosta. Nell’ottobre 2014 ha esposto il progetto “Cartoline dal Villaggio Dora”, presso la Biblioteca Regionale di Aosta, e nel luglio 2016 ha pubblicato il volume CerviniaContemporary con le edizioni della Tipografia Valdostana. La sua ricerca personale si focalizza principalmente sull’indagine del paesaggio urbano contemporaneo e sui suoi mutamenti, con un’attenzione particolare per le relazioni spaziali che si creano nelle città e per i fenomeni di antropologia sociale come i nuovi processi di partecipazione.
Il progetto “Lo stato delle cose” è interamente autofinanziato e reso possibile dalla spontanea partecipazione di fotografi e autori nonché dalla collaborazione e dal supporto, non economico, degli enti locali, istituzioni, associazioni e società che ne hanno condiviso gli intenti documentari.
Per informazioni e contatti con Lo stato delle cose scrivere qui: osservatoriolostatodellecose
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