Montalto è forse l’insediamento piú antico del comune di Cessapalombo, si hanno infatti notizie fin dal 967 quando, in un diploma di Ottone I di Sassonia, l’abate Adam dell’Abbazia di San Clemente viene confermato in possesso di 22 curtes benedettine fra cui Monte Alto. Dal 1240 il territorio di Montalto viene annesso alla giurisdizione di Camerino. Sulla cima del monte sorgono il castello, anche se probabilmente il termine stava ad indicare un borgo fortificato e la Chiesa di San Benedetto, entrambi di epoca medioevale. All’interno della chiesa si può ammirare I misteri del Rosario, affresco di Giovanni Andrea de Magistris del 1526 e si poteva vedere, prima del sisma del 2016, il crocifisso protagonista di una curiosa storia. Pare infatti che il crocifisso della chiesa venisse spostato solo in occasione di una festa patronale, quando la scossa fece crollare il muro di fondo della navata si aprì un foro dal quale si vedeva questo crocifisso avvolto in drappo rosso che spiccava nella luce del mattino come un simbolo sacro di speranza e forza. Si dice anche che per togliere il crocifisso della chiesa siano stati necessari 3 tentativi poiché per varie ragioni non si riusciva mai a spostare, come se non volesse andar via da lì per continuare a dare speranza a tutti i fedeli.
Contrada Villa è una frazione di Cessapalombo costituita da un centro abitato abbastanza cospicuo in rapporto al borgo antico (150 abitanti prima del terremoto). La contrada ha subito fortissimi danni in conseguenza del sisma che ha reso la quasi totalità delle case inagibili classificate in Classe E. Al momento vi risiedono circa 6 nuclei familiari, mentre diversi ex abitanti vi fanno quotidiano ritorno per badare a orti e frutteti. In contrada villa era stato allestito un campo di emergenza che accoglieva fino a 80 persone con vari container per i servizi negli spazi del campo da calcio e nel piazzale annesso.
Contrada Valle è una frazione di Cessapalombo costituita da alcune case sparse e un centro abitato di piccole dimensioni. Anticamente nota come Villa Vallis, viene menzionata la prima volta nella visita pastorale del vescovo Francesco Giusti di Camerino nel 1696. E’ protagonista di alcune vicende legate alla seconda guerra mondiale, in particolare a gruppi antifascisti fortemente presenti in zona. La contrada ha subito fortissimi danni in conseguenza del sisma che ha portato alla chiusura completa del borgo classificato “zona rossa” nel quale non risiede più alcun abitante.
La frazione di Tribbio segna l’imboccatura della via che porta al castello e alla chiesa di Montalto. Vi si trovano Palazzo Simonelli e un piccolo borgo completamente disabitato poiché delimitato dalla “zona rossa” resa necessaria dopo il sisma del 2016.
Contrada Monastero si trova in prossimità del versante in cui c’è l’abbazia di San Salvatore ed è costituita da un centro abitato abbastanza esteso formato per la maggior parte da case in pietra locale e da alcune –poche- case più recenti in cemento armato e mattoni. Qui il terremoto ha mostrato davvero una forza spaventosa distruggendo moltissime delle abitazioni e lasciando incolumi solo le poche case recenti e pochissime fra quelle meno recenti. Attualmente tutta la via bassa è delimitata come zona rossa e vi si trovano situazioni davvero pericolose con tegole pronte a cadere e intere murature quasi del tutto staccate dal fabbricato, una situazione che da davvero la misura di quanto possa essere stata spaventosa la scossa del 30 ottobre 2016. La via alta, nella sua parte “a monte”, ha alcuni edifici agibili e abitati: risulta comunque la contrada che dimostra le situazioni peggiori in quanto a danni visibili.
L’autore. Federico Moschietto è nato ad Alba nel 1983 e si laureato in Architettura nel 2005. Vive e lavora a Moncalieri. Dal 2010 si appassiona al mondo della fotografia compiendo ampi studi da autodidatta che lo portano, dal 2015 a praticare la professione di architetto e di fotografo facendo reportage di cerimonie, fotografie di architettura e diversi progetti personali legati al reportage. Ottiene diversi risultati positivi a concorsi e manifestazioni nazionali arrivando a esporre in diverse mostre negli ultimi tre anni. Attualmente sta portando avanti due progetti editoriali di cui uno sul tema del rapporto fra i bambini e le architetture, giá in parte esposto a Paratissima Torino 2016.
Il progetto “Lo stato delle cose” è interamente autofinanziato e reso possibile dalla spontanea partecipazione di fotografi e autori nonché dalla collaborazione e dal supporto, non economico, degli enti locali, istituzioni, associazioni e società che ne hanno condiviso gli intenti documentari.
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