Castelluccio di Norcia, un anno dopo il terremoto: il paese sospeso fra l’incanto dei luoghi e le ruspe che inghiottono macerie

Immagini e testo di Michele Vittori
A Castelluccio di Norcia fra il 9 e il 15 ottobre 2017

Castelluccio di Norcia è senza dubbio fra i borghi più noti a essere stato devastato dalla sequenza di eventi sismici del 2016. Celebre per la straordinaria bellezza del contesto paesaggistico nel quale è incastonato, nonché per le tipicità enogastronomiche, a cominciare dalla lenticchia la cui fioritura dipinge una tavolozza di colori attualmente presenta solo due attività commerciali che resistono in loco e nel piazzale del borgo svolgono vendita diretta attraverso furgoncini alimentari. A ottobre il paese è raggiungibile solo da Norcia, molte strade sono ancora inagibili per le frane e le spaccature nel manto stradale, e nella piazza principale si stava ultimando la demolizione dell’albergo Sibilla, una struttura che per anni ha accolto numerosi turisti. Lentamente sono riprese le attività legate al territorio come la pastorizia e la coltivazione della lenticchia. La bellezza dei luoghi riesce ancora a richiamare qualche escursionista: il posto è di rara bellezza e le cime dei Monti Sibillini lo rendono, nonostante il terremoto, una meta molto apprezzata dagli amanti della montagna.

L’autore. Michele Vittori è nato nel 1980 a Roma, dove vive e lavora tra Roma. Si avvicina continuativamente alla fotografia nel 2008 frequentando corsi e workshop alla scuola Graffiti e presso Officine Fotografiche a Roma. Sviluppa nel tempo interesse per la fotografia documentaria di paesaggio che lo porta a produrre diversi progetti legati alla rappresentazione del territorio e dei paesaggi urbani. Dal 2015 partecipa come autore al lavoro collettivo “Limine”, un progetto curato da Massimo Siragusa e pubblicato in edizione limitata nel 2017.