La chiesa di Santa Maria di Garufo si trova in cima al colle di Garufo dell’omonima contrada, una delle quattro antiche contrade di Camporotondo. Il monastero sorse probabilmente sulle ceneri di un antico fanum romano di cui vennero riutilizzate le pietre per la costruzione della chiesa che oggi vediamo e che risulta conosciuta fin dal 1299. Luogo molto frequentato fino al 2016 prima che fosse colpito dal terremoto, soprattutto nel periodo primaverile ed estivo vista la posizione panoramica in mezzo a imponenti colline. All’interno vi si trovano alcuni affreschi aventi per tema il Vecchio e del Nuovo Testamento, sull’altare è visibile l’affresco, attribuito a Paolo da Visso, raffigurante la Madonna con Bambino tra i Santi Venanzio e Marco.
Il convento di Colfano si trova a un chilometro circa da Camporotondo a pochi passi dalla sponda sinistra del fiume Fiastrone. Pare che il nome abbia origine da un bosco sacro dedicato a qualche antica divinità precristiana. Trae quindi le sue origini lontano nel tempo e diventa “famoso” grazie a San Francesco che, secondo la tradizione, in uno dei suoi viaggi nella Marca, fondò un romitorio nei pressi della sorgente che ora sgorga negli ambienti sotterranei del complesso monastico.
Il convento di Colfano si inserisce in un itinerario che guida il visitatore in un percorso di spiritualità dall’eremo e la grotta di Soffiano fino all’antico convento di Roccabruna (Sarnano) ed alle Grotte dei Frati di Cessapalombo raccontandoci le esistenze dei primi frati francescani.
Dal 1997, anno del terremoto che provocò ingenti danni alla chiesa ed alcune strutture limitrofe, non viene più utilizzato. L’ultimo sisma del 2016 non ha fatto altro che inasprire i danni esistenti e rendere la struttura ancor più bisognosa di importanti interventi sia strutturali che di restauro.
L’autore. Federico Moschietto è nato ad Alba nel 1983 e si laureato in Architettura nel 2005. Vive e lavora a Moncalieri. Dal 2010 si appassiona al mondo della fotografia compiendo ampi studi da autodidatta che lo portano, dal 2015 a praticare la professione di architetto e di fotografo facendo reportage di cerimonie, fotografie di architettura e diversi progetti personali legati al reportage. Ottiene diversi risultati positivi a concorsi e manifestazioni nazionali arrivando a esporre in diverse mostre negli ultimi tre anni. Attualmente sta portando avanti due progetti editoriali di cui uno sul tema del rapporto fra i bambini e le architetture, già in parte esposto a Paratissima Torino 2016.
Il progetto “Lo stato delle cose” è interamente autofinanziato e reso possibile dalla spontanea partecipazione di fotografi e autori nonché dalla collaborazione e dal supporto, non economico, degli enti locali, istituzioni, associazioni e società che ne hanno condiviso gli intenti documentari.
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