Amatrice, un anno dopo
Immagini e testo di Max Cavallari. Ad Amatrice (e frazioni) fra il 17 e il 24 agosto 2017: un anno dopo il terremoto del 24 agosto 2016
Ad un anno dalla prima scossa che il 24 agosto 2016 ha devastato il Centro Italia la ripresa è stata molto più lenta di quanto previsto. I dati aggiornati parlano di uno smaltimento delle macerie pari a solo il 4% (si tratta degli edifici pubblici lontano dalle zone rosse) e le Sae (Soluzioni abitative di cmergenza) sono poco più del 10 per cento di quelle richieste.
Alcune frazioni di Amatrice come San Lorenzo in Flaviano, Petra, Capricchia e diverse altre sono nella stessa condizione del post terremoto, gli edifici sono nella stessa posizione lasciata dopo il crollo e le uniche macerie smaltite sono quelle che hanno permesso all’esercito di prestare soccorso ai sopravvissuti o per recuperare le vittime.
Gran parte degli abitanti di queste zone vivono ancora in alberghi tra Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto o sono stati spostati a l’Aquila nelle abitazioni utilizzate dopo il sisma del 6 aprile 2009. La notte del 23 agosto 2017 è stata celebrata la messa in ricordo dei morti durante il sisma. Il sindaco Sergio Pirozzi ha richiesto, per l’occasione, il silenzio stampa.
L’autore. Max Cavallari, classe 1989, ha studiato comunicazione e giornalismo all’Università di Bologna. Attualmente collabora come freelance per Repubblica Bologna e Corriere della Sera. Le sue immagini sono state pubblicate su Times, Guardian, Stern Magazin, Vogue Italia, Corriere della Sera e Repubblica. I suoi progetti fotografici sono stati esposti presso il Mudec Museum (Milano), il festival della fotografia etica di Lodi (sezione off), il festival della fotografia europea (sezione off) e Külhaus a Berlino.
