Adua classe 1936, ha vissuto momenti di grande terrore, incastrata tra il muro e un mobile durante la scossa di terremoto del 30 ottobre 2016. Si è salvata, un miracolo come lo ha definito lei, e anche il figlio è uscito incolume. Molti feriti per strada, il panico l’assaliva. E’ stata costretta a lasciare la sua abitazione, intatta, nel cuore di Norcia e non scorderà mai, confida, la fine della basilica di San Benedetto, il cui crollo con un boato assordante le è rimasto impresso nella mente ma soprattutto nel cuore.
Nonostante le difficoltà affrontate si è messa al servizio dei suoi concittadini nella tendopoli: curando il verde, portando il sorriso e il suo succo di mirtillo che fa gustare in fantasiosi bicchieri e realizzando maglioni. Non avendo più con sé alcun ricordo o fotografia della propria vita, il legame che conserva con la sua famiglia è assicurato dalle telefonate con il figlio, artista di strada e sempre in giro per l’Italia. Oggi rimane l’ultima testimone della tendopoli di Norcia, nell’attesa e nella speranza di poter fare ritorno alla propria abitazione.
L’autrice. Carla Cantore è nata nel 1972 a Matera, dove vive e lavora. Ha iniziato ad occuparsi di fotografia nell’ultimo decennio, collaborando inizialmente con l’Arci di Bari per il report di Ricerca sui disagi adolescenziali e sulla questione dei rifugiati politici. Si interessa prevalentemente di fotografia sociale, reportage, ritratto e fotografia concettuale e si è formata seguendo i corsi e workshop di autori come Olivo Barbieri, Luca Panaro, Mario Cresci e Cristina Nuñez. Il suo ultimo progetto “Mirrorless – senza specchio” è diventato anche un libro: un reportage fotografico sul tema del “disturbo del comportamento alimentare” finora presentato a Matera, Brindisi, Malta e Bari. In questo momento sta continuando la sua ricerca antropologica sugli usi, costumi e linguaggi della popolazione albanese emigrata in alcuni centri della Calabria. Un altro percorso della sua ricerca riguarda le tradizioni legate alle maschere antropomorfe in Basilicata.
Il progetto “Lo stato delle cose” è interamente autofinanziato e reso possibile dalla spontanea partecipazione di fotografi e autori nonché dalla collaborazione e dal supporto, non economico, degli enti locali, istituzioni, associazioni e società che ne hanno condiviso gli intenti documentari.
Per informazioni e contatti con Lo stato delle cose scrivere qui: osservatoriolostatodellecose
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